Amare.
La più immane cazzata che una donna sia inesorabilmente predisposta a fare.
Distruttivo, equivocabile, esigente e troppo egoista.
E’ quando vorresti riuscire ad emettere due suoni di senso compiuto e non ci riesci.
Ma non perché sei abbacinata dall’amore più infinito che si possa
provare, no. Quella è la prima parte.
Quella in cui la testa si rincoglionisce del tutto e va in stand-by per lasciare spazio ad una serie di fantasie inutili e deleterie, in cui si pensa autonomamente e senza che nessuno ci obblighi, che essere innamorati sia bellissimo, che renda felici, che completi, che possa risolvere ogni problema, sciogliere ogni dubbio, far risalire qualunque china, essere la luce che vedi dal fondo della caverna.
Perché l’amore è verità, spontaneità, dare senza ricevere, ridere, essere felici, essere amati, non essere mai soli. Essere protetti.
Poi una mattina ti svegli e sei la peggior cosa che potesse essere venuta al mondo. Perché lo stesso seme del tuo amore .. ti rigetta. Comincia a farti sentire una nullità e completamente sbagliata.
Un essere immondo senza la capacità di ripetere la tabellina del 5 senza fare errori.
E ti si affibbia un avverbio che il più delle volte è “troppo”. Ma mai in accezione positiva. Sempre negativa. Troppo opprimente, troppo stupida, troppo esigente, troppo, troppo, troppo. Per passare ad aggettivi come esagerata, paranoica e compagnia cantando.
E lì ti rendi conto che non ne vale la pena. Che disperdi energie e che affanni il tuo cuore in tormenti e dolori senza che quel povero muscolo abbia fatto il benché minimo errore per meritarselo. Sottoposta a subdoli ricatti, resti attaccata al tuo carnefice senza avere la possibilità di far valere il tuo amor proprio e la tua razionalità. Resti ferma immobile a pensare cose più o meno come queste, sapendo di avere perfettamente ragione ma sentendo viva la paura di perdere lo stesso aguzzino che ti tortura, con un quoziente intellettivo pari a quello della paglia della sedia su cui tieni il culo mentre piangi.
Perché sei pazza.
O semplicemente masochista.
O semplicemente vedi oltre.
Troppo oltre.
Vedi cose che non ci sono e di cui ti sei voluta convincere quando, disperatamente, hai cercato di fare fondamenta di cemento a quel castello di carta che ti si stava sgretolando tra le mani quando lui era ancora convinto che tu fossi magnifica e perfetta. Che tu fossi la donna dei suoi sogni.
E’ lì che, sottilmente,
sotto la pelle, senti che non è.
Che non va.
Che non è per te.
Che non ti basta.
Che non ti completa.
Che non ti appartiene e che tu invece gli appartieni, anche troppo e non perché se lo meriti.
Così.
Gratis.
Perché svendiamo il cuore all’offerente più veloce e meglio vestito.
Perché siamo pazze.
Pazze furiose.
Senza soluzione di continuità.
La rabbia troppo spesso non è buona consigliera ed ha il magico e strafottente potere di farti passare per la peggiore stronza quando hai tutte le ragioni del mondo. Perché sbagli il modo . E’ questo che invidio agli uomini. La loro totale indifferenza. Il loro saper staccarsi dalle mammelle di Dio pur di badare ai loro interessi e a quello che a loro piace di più.
Certo cadono, ma cadono sempre troppo tardi.
Quando di pazzia a noi donne non ne è rimasta neanche un briciolo e ormai siamo diventate più o meno come loro. E anche lì, pur essendo fatte a loro immagine e somiglianza, non andiamo bene mai. Perché “la donna non è più donna”, “troppo prevaricante, troppo forte”, troppo, troppo, sempre troppo. E allora grandi discorsi universali sulla parità che non esisterà mai perché
da sola
non puoi cambiare una gomma dell’auto, ” perché fisicamente non hai la forza per farlo.
Deve farlo un uomo”.
E lì
appariranno inutili le tue richieste sul “ma insegnamelo, posso imparare” che combatteranno contro inesorabili scuotimenti di testa a farti capire che quello che stai chiedendo è praticamente
IMPOSSIBILE.
Rido.
Strozzando un sorriso che di felicità ne ha ben poca, e che mastica amara consapevolezza e arrendevole rassegnazione.
I gommisti.
Dovrebbero fare tutti i gommisti.
Fin.
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