Raccolgo pensieri sparsi ovunque gialli e rossi e come un rastrello sulle foglie di settembre mi abbatto inesorabile e stringo il mucchio cercando di far ordine, invano. Apparentemente unite ognuna si stacca e abbraccia e copre l'altra, e imprime il proprio colore su quello altrui senza timore, insolentemente, ma con dolcezza e ingenuità. Così i miei pensieri sovrastano quell'ordine comune e fittizio che cerco nella mente quando il vento del cuore scompiglia la Coscienza, cacciatrice di Caos. Liberi impavidi e coraggiosi come luce si librano sulle corde della musica che con l'aria si fa vita e si fa rumore, se ci si abbandona e non la si combatte. Un parafulmine nero cattura elettricità come fossero carezze; si sporge, allarga le braccia e rapisce quell'istante, chè se non lo facesse quella tensione si abbatterebbe su ogni cosa devastando tutto. Si guarda attorno ruota gli occhi e si lascia attaversare come la schiena da brividi, come gli occhi da colore come capelli da mani come le labbra da labbra come occhi da sangue, come sangue da occhi. Autunno del cuore, nasce amaranto e invecchia poi sotto un cielo poco pietoso e si consuma nell'inverno di uno sguardo stanco solo ricurvo disperato come rami di ulivo nella neve, e mani che graffiano la terra a scavare l'anima.
martedì 22 settembre 2015
Parafulmine
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