martedì 22 settembre 2015

Parafulmine

Raccolgo pensieri sparsi ovunque
gialli e rossi
e come un rastrello sulle foglie di settembre
mi abbatto inesorabile e stringo il mucchio
cercando di far ordine,
invano.

Apparentemente unite
ognuna si stacca
e abbraccia
e copre l'altra,
e imprime il proprio colore su quello altrui
senza timore,
insolentemente,
ma con dolcezza e ingenuità.

Così i miei pensieri
sovrastano quell'ordine comune e fittizio
che cerco nella mente
quando il vento del cuore scompiglia la Coscienza,
cacciatrice di Caos.
Liberi
impavidi 
e coraggiosi come luce
si librano sulle corde della musica
che con l'aria si fa vita
e si fa rumore,
se ci si abbandona 
e non la si combatte.

Un parafulmine nero
cattura elettricità
come fossero carezze;
si sporge,
allarga le braccia
e rapisce quell'istante,

chè se non lo facesse
quella tensione si abbatterebbe su ogni cosa
devastando tutto.

Si guarda attorno
ruota gli occhi e si lascia attaversare

come la schiena da brividi,
come gli occhi da colore
come capelli da mani
come le labbra da labbra
come occhi da sangue,
come sangue da occhi.


Autunno del cuore,
nasce amaranto e invecchia poi
sotto un cielo poco pietoso
e si consuma
nell'inverno di uno sguardo stanco
solo
ricurvo
disperato
come rami di ulivo nella neve,
e mani che graffiano la terra

a scavare l'anima.


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